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Mercato italiano

Ma i prezzi delle case di Milano sono assurdamente alti o hanno un senso?

Che i prezzi del mercato immobiliare residenziale di Milano siano molto alti è sicuro.

Milano Vende Casa stima che il prezzo corrente di chiusura trattativa sia stato in media a giugno 2024 di 4.747 euro/mq.

Rispetto allo stesso mese di 5 anni fa (giugno 2019) i prezzi delle case di Milano sono aumentati del +38,0%.

L’indice generale dei prezzi rilevato dall’Istat è aumentato nello stesso periodo del +17,1%.

La rivalutazione reale negli ultimi 60 mesi è stata quindi del +17,8%, pari ad una rivalutazione annua media (detratta l’inflazione) del +3.3%.

C’è anche chi parla di bolla immobiliare milanese, per indicare un andamento dei prezzi in aumento non giustificato da motivi economici razionali, ma legato unicamente alla speculazione.

Per capirci un po’ di più abbiamo fatto una ricerca che raffronta Milano con i rimanenti 19 capoluoghi regionali italiani.

Abbiamo anche inserito Bolzano della relativa provincia autonoma.

Cosa abbiamo fatto?

Abbiamo disposto in un grafico a dispersione i capoluoghi di regione, inserendo sull’asse orizzontale il Reddito pro-capite medio dei cittadini, in euro (Anno 2022, fonte Ministero dell’Economia e delle Finanze) e sull’asse verticale il Prezzo medio (richiesto) delle case, in euro al metro quadro (Giugno 2024, fonte Immobiliare.it).

Grafico a dispersione che mostra i Capoluoghi di regione italiani (più Bolzano), posizionati in base al Reddito pro-capite medio del 2022 e al Prezzo (richiesto) delle case nel giugno 2024.Capoluoghi di regione italiani (più Bolzano): prezzi case e redditi pro-capite

Dal grafico si vede chiaramente che c’è una relazione tra Prezzi e Reddito, e la linea di tendenza calcolata da Excel mostra come i prezzi di Milano (in alto a destra) in realtà siano in linea con quelli degli altri capoluoghi, tenuto conto del diverso livello di reddito pro-capite.

Qui di seguito, in forma tabellare, i dati utilizzati nel grafico:

  Reddito pro-capite, euro Prezzo richiesto case, euro/mq
Milano 35.282 5.456
Bologna 27.626 3.491
Bolzano 27.242 4.706
Roma 27.206 3.395
Firenze 26.133 4.279
Trento 25.632 3.072
Cagliari 25.315 2.528
Torino 25.224 2.045
Trieste 24.110 2.311
Venezia 23.787 3.190
Aosta 23.695 2.109
Genova 23.659 1.701
Ancona 23.618 1.743
L’Aquila 23.007 1.458
Perugia 22.429 1.269
Bari 22.419 2.086
Potenza 22.278 1.372
Napoli 21.327 2.905
Campobasso 21.259 1.152
Palermo 20.828 1.469
Reggio Calabria 20.128 878

Dalla tabella si scopre anche che, tra tutti i capoluoghi, Napoli è quello che ha i prezzi relativi più alti e Perugia quelli più bassi.

Per tornare a Milano, se teniamo conto della variabilità della distribuzione dei valori dei capoluoghi attorno alla linea di tendenza, possiamo calcolare che, nel 50% dei casi, il valore atteso del prezzo al mq si colloca da un minimo di 4.572 euro/mq ad un massimo di 6.415 euro/mq.

I dati mostrano quindi che non si possa ragionevolmente parlare, per Milano, di bolla immobiliare, e che i differenziali di prezzi siano giustificati dai differenziali di potere d’acquisto degli acquirenti.

Parimenti non si può considerare che il mercato immobiliare residenziale di Milano sia destinato in ogni caso ad un aumento sicuro, a differenza del resto d’Italia.

Infatti l’attuale livello di prezzi degli immobili, pur collocandosi leggermente al di sotto del prezzo d’equilibrio indicato dai nostri calcoli e mostrato nel grafico (attualmente 5.979 euro/mq)  è compatibile sia ad una possibile rivalutazione del +18% (6.415/5.456) che ad una svalutazione del -16% (4.572/5.456).


Nuda Proprietà, quanto prendo se la vendo?

Quando si ha una certa età si ha spesso bisogno di una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione per conservare il tenore di vita di quando si lavorava.

Le spese non diminuiscono, anzi quelle sanitarie e di assistenza crescono a dismisura.

Un modo per avere un capitale finanziario aggiuntivo a disposizione è quello di vendere la nuda proprietà dell’appartamento in cui si vive, mantenendo l’usufrutto sullo stesso.

Cioè continuando a viverci o, nel caso, dandolo in affitto fino al momento della morte.

In caso di coppia fino al decesso del coniuge sopravvissuto.

Quello che ci interessa ora è una cosa precisa e il punto di partenza di ogni decisione a riguardo: quanto incasserei dalla vendita della nuda proprietà di casa mia?

Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato le offerte di vendita di appartamenti in nuda proprietà presenti sui principali portali immobiliari.

Per ognuno abbiamo confrontato il prezzo richiesto al prezzo da noi stimato come “normale” per quell’immobile; tenendo conto di zona, numero di locali, metratura, piano, condizione manutentiva, numero di bagni ed altro.

A tale riguardo abbiamo utilizzato un nostro modello di valutazione proprietario che ci fornisce dati piuttosto attendibili.

Abbiamo naturalmente provveduto anche ad eliminare alcune inserzioni palesemente errate o fuori mercato.

La maggior parte degli usufruttuari ha un’età compresa tra i 66 e i 98 anni.

Il lavoro svolto ha dato i suoi frutti: adesso sappiamo calcolare, con un’ottima approssimazione, il valore della nuda proprietà di un appartamento, partendo dal suo valore di mercato e sapendo l‘età dell’usufruttuario.

L’età cioè del vecchio proprietario che ha venduto la nuda proprietà a terzi ma continua ad averne il possesso e uso.

In caso di coppia si fa riferimento al più giovane dei due.

Il numero magico è 0,8% (in realtà ci è venuto 0,794%, ma a tutti i fini pratici non c’è differenza).

La formula da utilizzare è: [ETA’ X 0,8 X VALORE DI MERCATO DELL’APPARTAMENTO (libero)] / 100

Ad esempio se siete una coppia di 70 e 72 anni e possedete una casa valutata 300.000 euro, il calcolo da fare è:

70 anni X 0,8 X 300.000 euro / 100 = 168.000 euro

Questa è la cifra che potreste ottenere dalla vendita della nuda proprietà della vostra casa.

Cifra che andrà a rimpinguare il vostro conto in banca ma che non vi costringerà a cambiare casa e abitudini.

Per essere precisi il valore calcolato può subire oscillazioni che abbiamo calcolato paro a un più o meno 10%.

La cifra esatta potrebbe arrivare fino a 184.000 euro o scendere a 151.000 euro: è impossibile essere più precisi.

Risulta evidente che l’argomento è di grande interesse per un numero crescente di proprietari di casa, e lo sarà sempre di più in futuro.

In special modo a Milano, dove l’elevato prezzo degli appartamenti rende particolarmente attraente la prospettiva di estrarre liquidità dalla propria abitazione attraverso la vendita della nuda proprietà.

Affronteremo in un altro articolo in maniera più approfondita la tematica dell’usufrutto e della nuda proprietà.

Per adesso potete già calcolarvi da soli, col sistema che abbiamo fornito, quanto potete attendervi dalla cessione della nuda proprietà di casa vostra.


Sconto medio di vendita di un appartamento

Secondo i dati riportati dall’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, lo sconto medio, rispetto al prezzo richiesto, è stato nel primo semestre 2023 pari al -8,1%, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022.

Tecnocasa non specifica la situazione di Milano, ma dettaglia lo sconto per tipologie edilizie:

  • Abitazioni nuove -4,7%
  • Soluzioni signorili -6,7%
  • Abitazioni ristrutturate -6,8%
  • Trilocali -7,2%
  • Quadrilocali -7,3%
  • Ultimo piano -7,4%
  • Abitazioni usate -8,2%
  • Bilocali -8,4%
  • Piano terra -8,4%
  • Cinque locali e oltre -8,7%
  • Soluzioni indipendenti e semindipendenti -9,1%
  • Vendita per necessità -9,4%
  • Soluzioni economiche -10,3%
  • Monolocali -10,6%
  • Immobili per investimento -11,0%

Ribasso medio -8,1%


Tempo di vendita medio di un appartamento

La Banca d’Italia il 4 marzo 2024 ha pubblicato la sua ricerca periodica Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia all’interno della quale si vede che il tempo medio di vendita di un appartamento in Italia nel 4° trimestre 2023 è stato di 6,0 mesi.

La nostra stima è che nel 1° trimestre 2024 si aggiri sui 5,6 mesi.

E a Milano?

Secondo i dati riportati dall’ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, il tempo medio nel 2023 è stato di soli 56 giorni, in leggero aumento rispetto ai 52 giorni del 2022 ma in diminuzione rispetto ai 62 giorni del 2021.