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FAQ: Cambiare casa a Milano, quando conviene prima comprare e poi vendere

In un precedente articolo abbiamo già preso in considerazione quale sia la strategia migliore quando si decide di cambiare casa.

Come indicazione generale (che confermiamo) abbiamo consigliato di vendere prima di acquistare, motivando tale scelta in base a valide considerazioni generali.

Alcuni lettori ci hanno contattato per segnalarci i loro casi individuali, che li hanno invece portati a decidere di comprare il nuovo appartamento prima di avere venduto quello in cui vivevano.

Visto il particolare interesse che ha sollevato l’argomento, lo riprendiamo in maniera più approfondita.

Cambiare casa: perché?

Ogni persona o famiglia ha naturalmente propri motivi individuali e problematiche specifiche per i quali la scelta di cambiare casa rappresenta la soluzione giusta.

Possiamo però considerare due scenari contrapposti e vedere quali, tra le due modalità di cambio casa indicate, siano più adatte ai casi considerati.

Come considerazione generale diamo per assodato che in realtà la ricerca inizi molti mesi prima di quando poi si deciderà di fare sul serio.

I portali immobiliari permettono infatti da alcuni anni di farsi un’ottima idea di ciò che offre il mercato immobiliare residenziale milanese.

Si possono analizzare decine di appartamenti offerti in vendita e farsi un’idea precisa dei prezzi richiesti.

E questo comodamente dal proprio divano, senza dovere uscire di casa per visitarli fisicamente uno ad uno.

Tale comodità ha come conseguenza che il potenziale venditore ha una buona visione di insieme del mercato e prenderà le sue decisioni in base a quanto ha scoperto durante la sua attività di pre-ricerca, cioè quando non ha ancora preso la decisione di fare il grande salto: cambiare casa.

(1) Primo scenario: Cerco cerco ma non trovo!

Potremmo chiamare questa situazione “Voglia di qualcosa di buono”.

Una situazione in cui l’immobile di proprietà è adeguato, senza essere perfetto.

Si cerca più per hobby che spinti da una reale necessità legata ad un problema impellente.

Non sono in vista motivi urgenti che spingono a cambiare casa.

Ad esempio non è previsto l’arrivo di un figlio, che comporterebbe la necessità di adeguare l’ampiezza dell’abitazione alle nuove esigenze.

Spesso la reale motivazione riguarda un difetto dell’attuale soluzione abitativa.

Ad esempio ho una casa poco luminosa e cerco sui portali appartamenti con grandi finestre.

Oppure sono in un quartiere un po’ trafficato e mi piacerebbe trasferirmi in uno più tranquillo e con più verde.

Sono al terzo piano senza ascensore e non sono più tanto giovane, mi piacerebbe evitare di fare tutti i giorni quelle scale.

Di per sé questa situazione soggettiva non porta a preferire una delle due alternative che stiamo studiando, cioè se prima vendere o prima comprare.

Dobbiamo introdurre una variabile aggiuntiva, in questo caso una variabile oggettiva.

Cercando sul web scopriamo che le case che hanno le caratteristiche che cerchiamo sono estremamente rare.

Ad esempio non vogliamo lasciare il quartiere in cui viviamo e che ci piace, ma che sfortunatamente piace anche agli altri suoi abitanti e che di conseguenza vendono pochissimo.

Oppure tutti gli appartamenti luminosi come piacciono a me sono di lusso e per noi fuori mercato.

Insomma sembra che quello che cerchiamo nessuno lo venda.

In questo caso cosa fare quando, per miracolo, nella mia settimanale rassegna di appartamenti filtrati con le mie specifiche di prezzo, quartiere, locali ecc. compare una mosca bianca: l’appartamento in cui ci piacerebbe trasferirci anche domani?

Scelta senza alternative: compro subito

Cosa faccio?

La risposta è semplice.

Chiamo l’agenzia (o il proprietario) per fissare subito una visita, col terrore che mi dicano che è già in trattativa o addirittura già venduto (a Milano succede spesso).

Se l’appartamento è disponibile cosa facciamo?

È chiaro che non abbiamo tempo di mettere in vendita il nostro appartamento prima di fare un’offerta per quello visitato: che ci è piaciuto e con un prezzo ragionevole.

Del resto non avrebbe avuto senso mettere in vendita prima il nostro appartamento, perché avremmo corso il serio rischio di venderlo prima di avere trovato quel particolare (e raro) appartamento cercato invano da anni e che ora abbiamo trovato.

In questo scenario è sicuramente ottimale procedere con l’acquisto facendo un’offerta subito.

Naturalmente solo se siamo in grado di anticipare il denaro necessario per pagare il preliminare di compravendita e l’eventuale agenzia immobiliare.

Dovremo soltanto negoziare una tempistica che ci consenta di provvedere a nostra volta alla vendita della nostra attuale casa, sperando che ciò non sia di intralcio per chiudere la compravendita e che il venditore non abbia tutta questa fretta.

Dal punto di vista strettamente economico questo scenario è sicuramente il meno favorevole, infatti:

(1) Per essere ragionevolmente sicuri di assicurarci la casa in vendita faremo un offerta con un minimo sconto sul prezzo richiesto (o nessun sconto del tutto, accettando il prezzo senza discutere).

(2) Quando poi metteremo in vendita la nostra vecchia casa dovremo per forza metterla sul mercato ad un prezzo che, prevedibilmente, consenta una vendita veloce.

Dovremo cioè già prevedere che non sarà una vendita al miglior prezzo possibile, perché il nostro obiettivo relativo alla tempistica sarà probabilmente quello di fare i due rogiti lo stesso giorno.

Insomma dal punto di vista economico non granché, ma finalmente avremo la casa dei nostri sogni: prima acquistando e poi vendendo.

(2) Secondo scenario: tante offerte, perché preoccuparsi?

Passiamo ora allo scenario che in precedenza abbiamo evidenziato come, in genere, il migliore.

Metto in vendita il mio vecchio appartamento.

Cerco di valorizzarlo e di venderlo, senza fretta, ad un buon prezzo.

Poi mi occupo di trovare la nuova casa.

Questo approccio è sicuramente perfettamente adatto per la città di Milano e per i comuni dell’hinterland, per il semplice motivo che in ogni momento sono disponibili per l’acquisto centinaia di appartamenti che, più o meno, rispondono alle mie esigenze.

Naturalmente se sto cercando casa è perché sono nate nuove esigenze che rendono inadatta la vecchia abitazione.

Il caso più comune è sicuramente l’arrivo di un figlio che rende il vecchio appartamento non più adeguato.

Oppure stiamo entrambi facendo carriera e ora possiamo permetterci qualcosa di più del monolocale in cui abitiamo ora.

Accanto a questo elemento soggettivo c’è quello oggettivo legato al mercato di Milano.

La tipologia di appartamenti che mi interessano ora è numeroso (ad esempio trilocali) e non ho particolari vincoli territoriali (ad esempio di vicinanza ai genitori) e posso selezionare la mia casa senza vincoli di quartiere.

I vantaggi del mercato immobiliare milanese

La maggior parte degli acquirenti milanesi si riconoscerà in questo secondo scenario e per loro l’opzione migliore è quella già indicata: prima vendere (bene) e poi comprare (tirando sul prezzo, vista la grande offerta esistente).

Se anche foste particolarmente esigenti su alcune caratteristiche, purché non siano rare, l’offerta milanese è così ampia da mantenere la preferenza per questo scenario, che ha il notevole vantaggio di essere quello economicamente più soddisfacente.

In sostanza se state cercando un trilocale a Milano in questo preciso momento potete trovare 5.874 annunci di vendita su Immobiliare.it, 4.824 su Idealista.it e 4.686 su Casa.it.

Potete essere certi che quando, dopo aver firmato il compromesso relativo alla vendita della vostra casa, cercherete quella dove trasferirvi, qualcosa di valido e a buon prezzo troverete di sicuro.

Milano da questo punto di vista è una sicurezza, grazie al mercato residenziale più attivo e vivace d’Italia.

Il nostro facile consiglio operativo

Se siete ancora incerti su quale sia la migliore strategia di compravendita per voi, vi consigliamo questo semplice esperimento:

(1) Scegliete il portale immobiliare che preferite.

(2) Inserite i filtri assolutamente necessari per scremare efficacemente la ricerca: ad esempio numero locali, superficie, prezzo, numero bagni, ecc. (sono gli stessi che sicuramente state già utilizzando).

(3) Segnatevi il numero di annunci risultanti, ad esempio 1.000.

(4) Date un’occhiata veloce alle prime 20/30 posizioni proposte e segnatevi il numero di appartamenti che meritano, secondo il vostro personale giudizio, un eventuale approfondimento e una possibile visita in loco.

Se su 20 case ne avete trovato ad esempio 2 o 3 potenzialmente buone, questo significa che il 10/15% degli annunci è per voi interessante.

Su 1.000 annunci filtrati, questi numeri si traducono in 100/150 appartamenti tra cui scegliere ora e presumibilmente anche in futuro.

Non avrete problemi a comprare, una vota che avrete venduto.

Scegliete quindi la strategia due: vendere prima e acquistare poi.

Se invece dovete guardare 40/50 annunci per trovare qualcosa di interessante vuol dire che su 1.000 appartamenti teoricamente adeguati solo 20/25 potrebbero andarvi.

Non sono tanti e non avete la matematica certezza di trovare quello giusto quando sarà il momento.

In questo caso il consiglio è di seguire la strategia uno: cioè prima trovate la nuova casa e poi vendete la vecchia.


FAQ: Quanto mi costerà il Rogito?

Quando si decide di comprare casa e si fanno i calcoli di quanto verrà a costare, dopo avere calcolato la rata del mutuo e visto se si dispone di liquidità sufficiente per caparra e contratto preliminare (il cosiddetto “compromesso”), nasce l’esigenza di capire quanto costerà il Rogito.

Ricordiamo che il rogito è l’atto ufficiale col quale il notaio rende formale ed ufficiale il passaggio di proprietà dell’immobile dal venditore al compratore.

È la parte acquirente che sceglie il notaio e paga tutti i costi dell’operazione.

Riassumiamo i costi del rogito:
1. Imposte
2. Costi amministrativi
3. Compenso del notaio

Imposte
1. Imposta catastale: 50 euro
2. Imposta ipotecaria: 50 euro
3. Imposta di Registro: 2% sul valore catastale (se acquisti come prima casa per calcolare il valore catastale basta che moltiplichi la rendita catastale X 115,5. Ad esempio se dalla visura catastale della casa che stai per comprare risulta una rendita catastale di 500 euro, il valore catastale è pari a 500 X 115,5 = 57.750 euro. Su tale cifra pagherai il 2%, cioè 1.155 euro di imposta di registro).

Costi amministrativi
4. Verifiche e controlli all’immobile e preparazione degli atti: da 300 a 500 euro (dipende dal notaio e dal tipo di pratica).

Compenso del notaio
5. Parcella del notaio per la compravendita (che può, a seconda dei casi, essere atto pubblico o scrittura privata autenticata).
Ogni notaio ha il suo tariffario. Per comodità ecco una tabella indicativa (ma realistica) di quanto pagherai per l’atto di compravendita:

Prezzo acquisto casa        Parcella notaio (iva inclusa)
     Euro                     Euro
  100.000                    1.220
  200.000                    1.708
  300.000                    1.830
  400.000                    2.196
  500.000                    2.318
  600.000                    2.440
  700.000                    2.562
  800.000                    2.684
  900.000                    2.806
1.000.000                    2.928

6. Parcella del notaio per il mutuo (solo se c’è).
Ogni notaio ha il suo tariffario. Per comodità ecco una tabella indicativa (ma realistica) di quanto pagherai per l’atto di mutuo:

Importo del mutuo           Parcella notaio (iva inclusa)
   Euro                      Euro
 50.000                     1.098
100.000                     1.098
150.000                     1.464
200.000                     1.830
250.000                     2.074
300.000                     2.196
350.000                     2.318
400.000                     2.562
450.000                     2.806
500.000                     3.172

Con i dati che ti abbiamo fornito puoi calcolare con ragionevole approssimazione quanto ti costerà il rogito per l’acquisto della nuova casa in cui andrai a vivere.

Un paio di approfondimenti per finire:

Il 2% di imposta di registro è sul valore catastale, non sul prezzo di acquisto.

A Milano il prezzo di marcato è ormai 4 o 5 volte il valore catastale e quindi l’incidenza dell’imposta di registro sul costo totale di acquisto dell’immobile diventa quasi trascurabile, aggirandosi attorno al 0,40% – 0,50%.

Inoltre se stai cambiando casa (e cioè non è la tua prima casa che acquisti) dall’imposta di registro viene detratta l’imposta di registro che a suo tempo hai pagato per l’acquisto della casa che lasci: paghi solo la differenza.


FAQ: Il mio appartamento al pian terreno (o rialzato) quanto vale, rispetto a quelli sopra di me?

In molti casi un appartamento a piano terra si vende a prezzi inferiori a quelli di appartamenti identici nello stesso stabile (a condizione ci sia l’ascensore).

A Milano lo sconto medio si aggira attorno al -7%, con una variabilità compresa tra lo 0% di sconto e il -14%.

Ci sono cioè case al piano terreno che si vendono allo stesso prezzo, ma sono una minoranza.

Le ragioni di questo diffuso sconto sono principalmente tre:

1. Gli appartamenti più in basso sono meno luminosi perché la luce del sole entra per meno ore nel corso dell’anno, a causa degli edifici vicini che si frappongono

2. Si sente più rumore, sia derivante dal traffico veicolare che derivante dai pedoni che passano sotto le finestre. Non parliamo poi se ci sono vicino bar o esercizi commerciali con orari estesi.

3. E’ presente il pericolo che l’appartamento sia soggetto a muffe, a causa dell’umidità risalente dal terreno.


FAQ: Che documenti devo avere per vendere la casa?

E’ obbligatorio consegnare al notaio, che redige l’atto di compravendita, questi documenti:

1. La visura catastale, che fornisce i dati catastali dell’appartamento e relative pertinenze (cantina, solaio, box) e identifica i proprietari.

2. Le planimetrie depositate al catasto.

3. La visura ipotecaria, che registra la presenza di ipoteche sull’immobile.

4. L’atto di provenienza, atto notarile (di compravendita, donazione o successione) che riporta i nomi dei proprietari.

5. L’attestato di prestazione energetica (APE).

6. Il certificato di agibilità o abitabilità, rilasciato dal comune alla fine dei lavori di costruzione o ristrutturazione dell’immobile.

7. Il titolo edificatorio abilitativo, cioè le pratiche amministrative svolte per l’esecuzione di lavori sull’immobile (solo se hai apportato modifiche)

8. La dichiarazione da parte del venditore che la situazione reale dell’immobile è conforme a quanto risulta dai dati catastali e dalle planimetrie.

Quest’ultima dichiarazione può essere sostituita da un’attestazione di conformità rilasciata da un tecnico abilitato alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale.

9. Il regolamento di condominio e la  dichiarazione di regolare pagamento delle spese condominiali da parte dell’amministratore di condominio.

10. Il contratto di locazione, se l’immobile che si vende è dato in affitto.

11. Il contratto di mutuo, se c’è.

La normativa impedisce la compravendita di unità immobiliari urbane non in regola con le norme catastali, quali ad esempio immobili non denunciati al catasto o che hanno subito variazioni mai comunicate.


FAQ: Non si paga mai l’IVA quando si acquista un immobile?

Dipende da chi ti sta vendendo l’immobile.

1. Da Privato

Se chi vende la casa è un privato, allora sì, paghi l’imposta di registro e non paghi l’IVA.

L’imposta di registro è del 9% (se si tratta di prima casa hai un’aliquota ridotta al 2%), ma l’imposta non può mai essere inferiore a 1.000 euro.

L’imposta di registro non viene calcolata sul prezzo di acquisto, ma in base al valore della rendita catastale, secondo la seguente formula:

  • Rendita catastale (non rivalutata) x 115,5 volte, se prima casa.
  • Rendita catastale (non rivalutata) x 126 volte, se non prima casa.

Tale calcolo dà normalmente un valore inferiore al prezzo di mercato e quindi l’incidenza effettiva dell’imposta di registro (rispetto al prezzo concordato) è normalmente inferiore al 9% o 2% teorico.

Oltre all’imposta di registro paghi anche l’imposta catastale di 50 euro e l’imposta ipotecaria, sempre di 50 euro.

2. Da Impresa

Se invece compri la casa da un’impresa (entro i 5 anni successivi alla costruzione o ristrutturazione, cioè quasi sempre), allora paghi l’IVA.

  • Se si tratta di prima casa (non di lusso) si applica l’aliquota IVA del 4%
  • Se non è prima casa (non di lusso), si applica l’aliquota IVA del 10%.
  • In caso di abitazione di lusso (categorie catastali A1, A8, A9), si applica l’aliquota IVA del 22%.
L’IVA viene calcolata sul prezzo di acquisto.

Devi poi aggiungere lo stesso l’imposta di registro, ma fissata a 200 euro.

Per finire c’è ancora l’imposta catastale di 200 euro e l’imposta ipotecaria, sempre di 200 euro.