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Consigli pratici

Brevissima Guida alla Proposta di Acquisto

La proposta di acquisto è un accordo formale con cui un soggetto manifesta l’intenzione di acquistare un immobile a un determinato prezzo e alle modalità stabilite nell’offerta stessa.

Di solito, la proposta viene redatta utilizzando un modello precompilato, al quale l’acquirente dovrà allegare una somma di denaro come caparra confirmatoria.

Questa somma rimarrà bloccata fino all’eventuale accettazione della proposta.

La proposta stabilisce anche un termine massimo di validità, ossia la data entro cui deve essere accettata dal venditore.

Durante questo periodo, il venditore ha la facoltà di valutare altre offerte, senza obbligo di accettare quella ricevuta.

(Ma non stiamo parlando di un’asta al rialzo, quindi non è il caso di fare il “grande gioco” e aspettare l’offerta più alta!)

Accettazione

Se il venditore decide di accettare la proposta, basta che comunichi l’accettazione all’agente immobiliare (se presente) o direttamente all’acquirente, qualora non ci sia l’intervento di un’agenzia.

L’accettazione diventa vincolante nel momento in cui l’acquirente riceve formalmente la comunicazione.

A partire da questo momento, la proposta si trasforma in un contratto preliminare, e entrambe le parti sono legalmente obbligate a rispettare gli accordi.

(Nel caso, ricordate: un “ok” non è più un “forse”, ma un “impegno!”)

È importante sottolineare che una volta accettata la proposta, il venditore non può più modificare le condizioni senza dar vita a una nuova trattativa con l’acquirente.

(Quindi, se non siete convinti delle condizioni, meglio pensarci bene prima di dire “sì”!)

Nel caso in cui il venditore, dopo aver accettato, decida di non procedere con la vendita, egli sarà tenuto a risarcire l’acquirente, versando una somma pari al doppio della caparra versata.

Se, invece, l’acquirente non dovesse procedere con l’acquisto, il venditore avrà il diritto di trattenere la caparra.

Tali disposizioni sono essenziali per tutelare entrambe le parti e garantire la serietà della trattativa.

(Ricordate, non è un gioco di “fuggi e corri”, ma un accordo che vale!)

Inoltre, è fondamentale che l’accettazione avvenga senza modifiche rispetto alla proposta iniziale.

Se il venditore desidera cambiare le condizioni, queste modifiche daranno vita a una nuova proposta, che dovrà essere nuovamente accettata dall’acquirente.

(E non aspettatevi che l’acquirente apprezzi un “cambio all’ultimo minuto”, tipo un’offerta a sorpresa!)

Precauzioni

Sebbene la legge non obblighi a trascrivere il contratto preliminare nei registri immobiliari, farlo rappresenta una protezione aggiuntiva, che previene eventuali rischi legati a situazioni impreviste, come il sorgere di nuovi crediti sull’immobile.

(Perché un’immobile senza sorprese è sempre meglio di una “sorpresa spiacevole” in futuro!)

Inoltre, sebbene la legge non imponga l’assistenza notarile per il preliminare, che è costosa, è comunque consigliato avvalersi di un professionista esperto per garantire che il contratto rispetti tutte le normative vigenti e tuteli adeguatamente le parti coinvolte.

Un esperto può anche verificare la conformità dell’immobile alle normative urbanistiche e catastali, riducendo così il rischio di problematiche legali in futuro.

(Sì, certo, può sembrare costoso, ma evitare guai legali costa molto di più!)

L’accettazione della proposta di acquisto è un passaggio delicato e vincolante.

Una volta che entrambe le parti si sono accordate, l’immobile non potrà più essere venduto ad altri acquirenti, né il venditore potrà ritirarsi senza dover affrontare possibili conseguenze economiche.

Pertanto, è fondamentale che il venditore valuti attentamente ogni proposta e si avvalga, se è disponibile a sostenerne il costo, di un professionista per garantirsi che il processo di compravendita si svolga in modo sicuro e senza imprevisti.

(Anche perché, alla fine, se il venditore non è sicuro di voler vendere, meglio non farsi coinvolgere in una “proposta di matrimonio” affrettata!)

Ricordiamo però che anche nel caso in cui l’agente immobiliare dichiari di accontentarsi di ricevere le provvigioni dall’acquirente e nulla dal venditore, in realtà tale cifra, indirettamente, riduce l’incasso effettivo dalla vendita che va in tasca al venditore.

(Nessun “trucco” nascosto, ma un po’ di sana trasparenza fa sempre bene!)


 

FAQ: Cambiare casa a Milano, quando conviene prima comprare e poi vendere

In un precedente articolo abbiamo già preso in considerazione quale sia la strategia migliore quando si decide di cambiare casa.

Come indicazione generale (che confermiamo) abbiamo consigliato di vendere prima di acquistare, motivando tale scelta in base a valide considerazioni generali.

Alcuni lettori ci hanno contattato per segnalarci i loro casi individuali, che li hanno invece portati a decidere di comprare il nuovo appartamento prima di avere venduto quello in cui vivevano.

Visto il particolare interesse che ha sollevato l’argomento, lo riprendiamo in maniera più approfondita.

Cambiare casa: perché?

Ogni persona o famiglia ha naturalmente propri motivi individuali e problematiche specifiche per i quali la scelta di cambiare casa rappresenta la soluzione giusta.

Possiamo però considerare due scenari contrapposti e vedere quali, tra le due modalità di cambio casa indicate, siano più adatte ai casi considerati.

Come considerazione generale diamo per assodato che in realtà la ricerca inizi molti mesi prima di quando poi si deciderà di fare sul serio.

I portali immobiliari permettono infatti da alcuni anni di farsi un’ottima idea di ciò che offre il mercato immobiliare residenziale milanese.

Si possono analizzare decine di appartamenti offerti in vendita e farsi un’idea precisa dei prezzi richiesti.

E questo comodamente dal proprio divano, senza dovere uscire di casa per visitarli fisicamente uno ad uno.

Tale comodità ha come conseguenza che il potenziale venditore ha una buona visione di insieme del mercato e prenderà le sue decisioni in base a quanto ha scoperto durante la sua attività di pre-ricerca, cioè quando non ha ancora preso la decisione di fare il grande salto: cambiare casa.

(1) Primo scenario: Cerco cerco ma non trovo!

Potremmo chiamare questa situazione “Voglia di qualcosa di buono”.

Una situazione in cui l’immobile di proprietà è adeguato, senza essere perfetto.

Si cerca più per hobby che spinti da una reale necessità legata ad un problema impellente.

Non sono in vista motivi urgenti che spingono a cambiare casa.

Ad esempio non è previsto l’arrivo di un figlio, che comporterebbe la necessità di adeguare l’ampiezza dell’abitazione alle nuove esigenze.

Spesso la reale motivazione riguarda un difetto dell’attuale soluzione abitativa.

Ad esempio ho una casa poco luminosa e cerco sui portali appartamenti con grandi finestre.

Oppure sono in un quartiere un po’ trafficato e mi piacerebbe trasferirmi in uno più tranquillo e con più verde.

Sono al terzo piano senza ascensore e non sono più tanto giovane, mi piacerebbe evitare di fare tutti i giorni quelle scale.

Di per sé questa situazione soggettiva non porta a preferire una delle due alternative che stiamo studiando, cioè se prima vendere o prima comprare.

Dobbiamo introdurre una variabile aggiuntiva, in questo caso una variabile oggettiva.

Cercando sul web scopriamo che le case che hanno le caratteristiche che cerchiamo sono estremamente rare.

Ad esempio non vogliamo lasciare il quartiere in cui viviamo e che ci piace, ma che sfortunatamente piace anche agli altri suoi abitanti e che di conseguenza vendono pochissimo.

Oppure tutti gli appartamenti luminosi come piacciono a me sono di lusso e per noi fuori mercato.

Insomma sembra che quello che cerchiamo nessuno lo venda.

In questo caso cosa fare quando, per miracolo, nella mia settimanale rassegna di appartamenti filtrati con le mie specifiche di prezzo, quartiere, locali ecc. compare una mosca bianca: l’appartamento in cui ci piacerebbe trasferirci anche domani?

Scelta senza alternative: compro subito

Cosa faccio?

La risposta è semplice.

Chiamo l’agenzia (o il proprietario) per fissare subito una visita, col terrore che mi dicano che è già in trattativa o addirittura già venduto (a Milano succede spesso).

Se l’appartamento è disponibile cosa facciamo?

È chiaro che non abbiamo tempo di mettere in vendita il nostro appartamento prima di fare un’offerta per quello visitato: che ci è piaciuto e con un prezzo ragionevole.

Del resto non avrebbe avuto senso mettere in vendita prima il nostro appartamento, perché avremmo corso il serio rischio di venderlo prima di avere trovato quel particolare (e raro) appartamento cercato invano da anni e che ora abbiamo trovato.

In questo scenario è sicuramente ottimale procedere con l’acquisto facendo un’offerta subito.

Naturalmente solo se siamo in grado di anticipare il denaro necessario per pagare il preliminare di compravendita e l’eventuale agenzia immobiliare.

Dovremo soltanto negoziare una tempistica che ci consenta di provvedere a nostra volta alla vendita della nostra attuale casa, sperando che ciò non sia di intralcio per chiudere la compravendita e che il venditore non abbia tutta questa fretta.

Dal punto di vista strettamente economico questo scenario è sicuramente il meno favorevole, infatti:

(1) Per essere ragionevolmente sicuri di assicurarci la casa in vendita faremo un offerta con un minimo sconto sul prezzo richiesto (o nessun sconto del tutto, accettando il prezzo senza discutere).

(2) Quando poi metteremo in vendita la nostra vecchia casa dovremo per forza metterla sul mercato ad un prezzo che, prevedibilmente, consenta una vendita veloce.

Dovremo cioè già prevedere che non sarà una vendita al miglior prezzo possibile, perché il nostro obiettivo relativo alla tempistica sarà probabilmente quello di fare i due rogiti lo stesso giorno.

Insomma dal punto di vista economico non granché, ma finalmente avremo la casa dei nostri sogni: prima acquistando e poi vendendo.

(2) Secondo scenario: tante offerte, perché preoccuparsi?

Passiamo ora allo scenario che in precedenza abbiamo evidenziato come, in genere, il migliore.

Metto in vendita il mio vecchio appartamento.

Cerco di valorizzarlo e di venderlo, senza fretta, ad un buon prezzo.

Poi mi occupo di trovare la nuova casa.

Questo approccio è sicuramente perfettamente adatto per la città di Milano e per i comuni dell’hinterland, per il semplice motivo che in ogni momento sono disponibili per l’acquisto centinaia di appartamenti che, più o meno, rispondono alle mie esigenze.

Naturalmente se sto cercando casa è perché sono nate nuove esigenze che rendono inadatta la vecchia abitazione.

Il caso più comune è sicuramente l’arrivo di un figlio che rende il vecchio appartamento non più adeguato.

Oppure stiamo entrambi facendo carriera e ora possiamo permetterci qualcosa di più del monolocale in cui abitiamo ora.

Accanto a questo elemento soggettivo c’è quello oggettivo legato al mercato di Milano.

La tipologia di appartamenti che mi interessano ora è numeroso (ad esempio trilocali) e non ho particolari vincoli territoriali (ad esempio di vicinanza ai genitori) e posso selezionare la mia casa senza vincoli di quartiere.

I vantaggi del mercato immobiliare milanese

La maggior parte degli acquirenti milanesi si riconoscerà in questo secondo scenario e per loro l’opzione migliore è quella già indicata: prima vendere (bene) e poi comprare (tirando sul prezzo, vista la grande offerta esistente).

Se anche foste particolarmente esigenti su alcune caratteristiche, purché non siano rare, l’offerta milanese è così ampia da mantenere la preferenza per questo scenario, che ha il notevole vantaggio di essere quello economicamente più soddisfacente.

In sostanza se state cercando un trilocale a Milano in questo preciso momento potete trovare 5.874 annunci di vendita su Immobiliare.it, 4.824 su Idealista.it e 4.686 su Casa.it.

Potete essere certi che quando, dopo aver firmato il compromesso relativo alla vendita della vostra casa, cercherete quella dove trasferirvi, qualcosa di valido e a buon prezzo troverete di sicuro.

Milano da questo punto di vista è una sicurezza, grazie al mercato residenziale più attivo e vivace d’Italia.

Il nostro facile consiglio operativo

Se siete ancora incerti su quale sia la migliore strategia di compravendita per voi, vi consigliamo questo semplice esperimento:

(1) Scegliete il portale immobiliare che preferite.

(2) Inserite i filtri assolutamente necessari per scremare efficacemente la ricerca: ad esempio numero locali, superficie, prezzo, numero bagni, ecc. (sono gli stessi che sicuramente state già utilizzando).

(3) Segnatevi il numero di annunci risultanti, ad esempio 1.000.

(4) Date un’occhiata veloce alle prime 20/30 posizioni proposte e segnatevi il numero di appartamenti che meritano, secondo il vostro personale giudizio, un eventuale approfondimento e una possibile visita in loco.

Se su 20 case ne avete trovato ad esempio 2 o 3 potenzialmente buone, questo significa che il 10/15% degli annunci è per voi interessante.

Su 1.000 annunci filtrati, questi numeri si traducono in 100/150 appartamenti tra cui scegliere ora e presumibilmente anche in futuro.

Non avrete problemi a comprare, una vota che avrete venduto.

Scegliete quindi la strategia due: vendere prima e acquistare poi.

Se invece dovete guardare 40/50 annunci per trovare qualcosa di interessante vuol dire che su 1.000 appartamenti teoricamente adeguati solo 20/25 potrebbero andarvi.

Non sono tanti e non avete la matematica certezza di trovare quello giusto quando sarà il momento.

In questo caso il consiglio è di seguire la strategia uno: cioè prima trovate la nuova casa e poi vendete la vecchia.


Che commissione prendono le agenzie immobiliari milanesi?

Una delle domande fatte più di frequente da chi vuole vendere casa è: qual è il giusto livello di commissioni che dovrebbe prendere una buona agenzia immobiliare a Milano?

Oppure, in termini più pratici, quanto prende in media (anche se comunque troppo per definizione) un mediatore immobiliare?

Sottolineiamo che si tratta di una domanda che si pone il venditore e non l’acquirente.

È infatti il venditore che affida il mandato di vendita all’agente: è lui/lei che sceglie.

Lato venditore

La situazione di Milano è abbastanza chiara.

La maggior parte delle transazioni residenziali gestite da agenzie prevede:

    • una commissione del 3% a carico del venditore,
    • una commissione del 3% a carico dell’acquirente.

In totale il 6% sul prezzo pattuito di compravendita: questo è lo standard e la norma.

Vediamo ora le eccezioni.

Monolocali e box al 4?

Alcune agenzie si fanno pagare il 4% (e oltre) nel caso di monolocali o piccoli appartamenti e box.

La spiegazione che le agenzie danno è che per vendere un piccolo appartamento od uno grande si fa lo stesso sforzo e si hanno gli stessi costi (per l’agenzia) e quindi è giusto differenziare le tariffe.

La nostra opinione è che a Milano questa motivazione abbia poco senso.

A Milano un monolocale si vende per cifre che in molte altri parti d’Italia consentono di acquistare un trilocale.

I prezzi sono alti e non ci sembra che queste stesse agenzie, che chiedano molto per appartamenti di piccola pezzatura, poi richiedano di meno quando vendono un cinque locali.

Agenzie a zero commissioni (lato venditore)

Ci sono poi molte agenzie che chiedono zero commissioni ai venditori, e si fanno pagare solo dagli acquirenti.

La motivazione è prettamente commerciale.

È più facile prendere il mandato di vendita quando si propone di farlo senza costi: a nessuno piace pagare qualcosa quando si può ottenere la stessa cosa gratis.

Il problema è: si tratta effettivamente della stessa cosa?

Cioè, in altre parole, come fa l’agenzia a farsi pagare di meno è ad offrire lo stesso servizio delle altre?

Prima di essere dubbiosi, sottolineiamo che possono esserci due ottimi e giustificati motivi per offrire questo sconto.

Li elenchiamo di seguito:

1. Si tratta di una nuova agenzia che desidera farsi velocemente una posizione sulla piazza, e per farlo deve avere in fretta appartamenti da vendere.

In questo caso è accettabile lavorare con margini più bassi, almeno inizialmente.

Più che di uno sconto si tratta quindi di una forma di investimento sulla crescita futura.

2. Un altro buon motivo è che si hanno effettivamente costi inferiori ai concorrenti.

Ad esempio il negozio su strada è di proprietà di un socio e non c’è da pagare un affitto.

Oppure l’agenzia non è affiliata ad alcun network di franchising e quindi non deve pagare le royalties all’affiliante.

In altri casi possiamo solo supporre che verranno fatti dei risparmi sulle spese sostenute per vendere le case, con potenziale detrimento per il venditore, ad esempio nella celerità di vendita o nel numero di visite che si riuscirà ad ottenere.

Una possibile problematica relativa agli incarichi a zero costi è che l’agenzia è in qualche modo incentivata a recuperare il mancato introito dal lato venditore appoggiando le richieste di ribasso degli acquirenti, allo scopo di accelerare la chiusura delle trattative e incrementare la numerosità delle vendite, anche se a scapito dell’obiettivo di massimizzare l’incasso dei venditori.

In sostanza c’è il rischio per il venditore di pagare il minore esborso diretto con un prezzo di chiusura inferiore a quello ottimale.

Lato acquirente

Passiamo ora alla controparte.

L’acquirente che sta cercando casa normalmente dedica tutte le proprie risorse di tempo e attenzione a trovare l’appartamento giusto.

Poi quando l’ha trovato scopre quanto gli costerà l’agenzia immobiliare che lo tratta.

E aggiunge questa spesa al prezzo della casa, al costo del notaio, alle spese di ristrutturazione necessarie e agli altri mille costi che l’acquisto di una casa comporta.

Il tutto per vedere se può arrivarci coi soldi di cui dispone (incluso l’importo di mutuo che la banca gli concede) e quanto deve trattare sul prezzo.

In sostanza per l’acquirente il costo dell’agenzia è un dato esterno su cui non ha controllo diretto e che concorre a determinare la spesa totale assieme alle altre voci.

Falsi risparmi

Quando si compra (o cambia) casa bisogna mettere in conto che ci saranno molti costi: alcuni nascosti e tutti più alti del previsto.

Risparmiare sulle commissioni è quindi un obiettivo legittimo, specialmente in località come Milano dove il prezzo delle abitazioni è divenuto insostenibile per molte famiglie.

Questo risparmio va però inquadrato all’interno di una problematica più generale di qualità del servizio: tutti conoscono qualcuno che ha avuto brutte esperienze con agenzie immobiliari poco capaci.

Quando si sceglie si deve puntare sulla professionalità e selezionare agenzie che (per esperienze di conoscenti o per giudizio personale) possano offrano una prospettiva di tranquillità e sicurezza in una transazione così importante per noi e per la qualità della nostra vita nei prossimi anni.


Nuda Proprietà, quanto prendo se la vendo?

Quando si ha una certa età si ha spesso bisogno di una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione per conservare il tenore di vita di quando si lavorava.

Le spese non diminuiscono, anzi quelle sanitarie e di assistenza crescono a dismisura.

Un modo per avere un capitale finanziario aggiuntivo a disposizione è quello di vendere la nuda proprietà dell’appartamento in cui si vive, mantenendo l’usufrutto sullo stesso.

Cioè continuando a viverci o, nel caso, dandolo in affitto fino al momento della morte.

In caso di coppia fino al decesso del coniuge sopravvissuto.

Quello che ci interessa ora è una cosa precisa e il punto di partenza di ogni decisione a riguardo: quanto incasserei dalla vendita della nuda proprietà di casa mia?

Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato le offerte di vendita di appartamenti in nuda proprietà presenti sui principali portali immobiliari.

Per ognuno abbiamo confrontato il prezzo richiesto al prezzo da noi stimato come “normale” per quell’immobile; tenendo conto di zona, numero di locali, metratura, piano, condizione manutentiva, numero di bagni ed altro.

A tale riguardo abbiamo utilizzato un nostro modello di valutazione proprietario che ci fornisce dati piuttosto attendibili.

Abbiamo naturalmente provveduto anche ad eliminare alcune inserzioni palesemente errate o fuori mercato.

La maggior parte degli usufruttuari ha un’età compresa tra i 66 e i 98 anni.

Il lavoro svolto ha dato i suoi frutti: adesso sappiamo calcolare, con un’ottima approssimazione, il valore della nuda proprietà di un appartamento, partendo dal suo valore di mercato e sapendo l‘età dell’usufruttuario.

L’età cioè del vecchio proprietario che ha venduto la nuda proprietà a terzi ma continua ad averne il possesso e uso.

In caso di coppia si fa riferimento al più giovane dei due.

Il numero magico è 0,8% (in realtà ci è venuto 0,794%, ma a tutti i fini pratici non c’è differenza).

La formula da utilizzare è: [ETA’ X 0,8 X VALORE DI MERCATO DELL’APPARTAMENTO (libero)] / 100

Ad esempio se siete una coppia di 70 e 72 anni e possedete una casa valutata 300.000 euro, il calcolo da fare è:

70 anni X 0,8 X 300.000 euro / 100 = 168.000 euro

Questa è la cifra che potreste ottenere dalla vendita della nuda proprietà della vostra casa.

Cifra che andrà a rimpinguare il vostro conto in banca ma che non vi costringerà a cambiare casa e abitudini.

Per essere precisi il valore calcolato può subire oscillazioni che abbiamo calcolato paro a un più o meno 10%.

La cifra esatta potrebbe arrivare fino a 184.000 euro o scendere a 151.000 euro: è impossibile essere più precisi.

Risulta evidente che l’argomento è di grande interesse per un numero crescente di proprietari di casa, e lo sarà sempre di più in futuro.

In special modo a Milano, dove l’elevato prezzo degli appartamenti rende particolarmente attraente la prospettiva di estrarre liquidità dalla propria abitazione attraverso la vendita della nuda proprietà.

Affronteremo in un altro articolo in maniera più approfondita la tematica dell’usufrutto e della nuda proprietà.

Per adesso potete già calcolarvi da soli, col sistema che abbiamo fornito, quanto potete attendervi dalla cessione della nuda proprietà di casa vostra.


FAQ: Quanto mi costerà il Rogito?

Quando si decide di comprare casa e si fanno i calcoli di quanto verrà a costare, dopo avere calcolato la rata del mutuo e visto se si dispone di liquidità sufficiente per caparra e contratto preliminare (il cosiddetto “compromesso”), nasce l’esigenza di capire quanto costerà il Rogito.

Ricordiamo che il rogito è l’atto ufficiale col quale il notaio rende formale ed ufficiale il passaggio di proprietà dell’immobile dal venditore al compratore.

È la parte acquirente che sceglie il notaio e paga tutti i costi dell’operazione.

Riassumiamo i costi del rogito:
1. Imposte
2. Costi amministrativi
3. Compenso del notaio

Imposte
1. Imposta catastale: 50 euro
2. Imposta ipotecaria: 50 euro
3. Imposta di Registro: 2% sul valore catastale (se acquisti come prima casa per calcolare il valore catastale basta che moltiplichi la rendita catastale X 115,5. Ad esempio se dalla visura catastale della casa che stai per comprare risulta una rendita catastale di 500 euro, il valore catastale è pari a 500 X 115,5 = 57.750 euro. Su tale cifra pagherai il 2%, cioè 1.155 euro di imposta di registro).

Costi amministrativi
4. Verifiche e controlli all’immobile e preparazione degli atti: da 300 a 500 euro (dipende dal notaio e dal tipo di pratica).

Compenso del notaio
5. Parcella del notaio per la compravendita (che può, a seconda dei casi, essere atto pubblico o scrittura privata autenticata).
Ogni notaio ha il suo tariffario. Per comodità ecco una tabella indicativa (ma realistica) di quanto pagherai per l’atto di compravendita:

Prezzo acquisto casa        Parcella notaio (iva inclusa)
     Euro                     Euro
  100.000                    1.220
  200.000                    1.708
  300.000                    1.830
  400.000                    2.196
  500.000                    2.318
  600.000                    2.440
  700.000                    2.562
  800.000                    2.684
  900.000                    2.806
1.000.000                    2.928

6. Parcella del notaio per il mutuo (solo se c’è).
Ogni notaio ha il suo tariffario. Per comodità ecco una tabella indicativa (ma realistica) di quanto pagherai per l’atto di mutuo:

Importo del mutuo           Parcella notaio (iva inclusa)
   Euro                      Euro
 50.000                     1.098
100.000                     1.098
150.000                     1.464
200.000                     1.830
250.000                     2.074
300.000                     2.196
350.000                     2.318
400.000                     2.562
450.000                     2.806
500.000                     3.172

Con i dati che ti abbiamo fornito puoi calcolare con ragionevole approssimazione quanto ti costerà il rogito per l’acquisto della nuova casa in cui andrai a vivere.

Un paio di approfondimenti per finire:

Il 2% di imposta di registro è sul valore catastale, non sul prezzo di acquisto.

A Milano il prezzo di marcato è ormai 4 o 5 volte il valore catastale e quindi l’incidenza dell’imposta di registro sul costo totale di acquisto dell’immobile diventa quasi trascurabile, aggirandosi attorno al 0,40% – 0,50%.

Inoltre se stai cambiando casa (e cioè non è la tua prima casa che acquisti) dall’imposta di registro viene detratta l’imposta di registro che a suo tempo hai pagato per l’acquisto della casa che lasci: paghi solo la differenza.